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2023

NEWS 2023


Aprile 2023
9 Aprile – Santa Pasqua ’23

La funzione liturgica in rito greco-bizantino a Villa Badessa inizia domenica 9 Aprile alle ore 7.00 !!

 


Marzo 2023

31 Marzo, ore 21.00 – Assemblea dei Soci 2023

Carissimi, vi informiamo che il 31 marzo avrà luogo l’Assemblea dei Soci sia per l’approvazione del bilancio economico annuale, sia per il rinnovo del Consiglio Direttivo (ogni 3 anni) della ns. Associazione. Pertanto, non prendete impegni e partecipate….


19 Marzo – Festa del Papà

Carissimi Papà, AUGURISSIMI!!! Oggi è il Vostro giorno …Finalmente, forse, qualcuno si ricorderà di voi, dell’importanza del vostro ruolo in famiglia e nella Società. Fate “tesoro” dei baci che vi arriveranno e conservateli per tutto l’Anno.

Auguri ancora da parte nostra.


Scout in visita…

Qui in basso una foto di gruppo della nutrita “compagnia” di SCOUT (oltre 40) che hanno trascorso il week.end a Villa Badessa.


Febbraio 2023

 

Grazie Eraldo per la visita e per contribuire nel far conoscere la nostra comunità !!!

 


Augurissimi per San Valentino

Oggi è un giorno normale, ma per è speciale per coloro che sono INNAMORATI! Non conta l’età ed il sesso, l’amore è un sentimento trasversale e globale a tutte le latitudini. Auguri a tutti coloro che provano questo sentimento di cuore..


Gennaio 2023
01 Gennaio 2023

Carissimi, AUGUROI a tutti Voi per un Felice e Sereno 2023!!!! Buon ANNO NUOVO 2023 ! Brindiamo insieme…..

Finalmente abbiamo lasciato alle spalle il 2022. Un anno particolarmente difficile sul piano internazionale (guerra ancora in corso tra Russia e Ucraina) e nazionale (rincari di fonti energetiche e poi dimolti generi alimentari e non). Non di meno, nelle ultime ore, erano giunte anche le tristi notizie della scomparsa prima di Pelè, e poi di Papa Emerito Ratzinger.

Un forte abbraccio alla fam. Faricelli per la dipartita del nostro caro amico Umberto.

La speranza è quindi che entrati nel NUOVO ANNO 2023, si volti pagina e che un’atmosfera di PACE e di SERENITA’ possa avvolgerci ed imporsi sugli egoismi del mondo. Augurissimi quindi a tutti Voi che ci seguite…Buon ANNO!

 


Maestro Mario MISCIA: 106 anni a Pescara, Maestro di ruolo a Villa Badessa

Il Vate, la guerra, la scuola: il secolo del maestro Miscia

L’infanzia seguendo D’Annunzio, la prigionia con Guareschi, l’amore per la poesia «Ricordo tutti i miei cento anni e il mondo mi meraviglia ancora come un bimbo»  di Lalla D’Ignazio.

 PESCARA. Bimbetto trotterellava, a debita rispettosa distanza, dietro a Gabriele D’Annunzio che, «lesto, a grandi falcate, avvolto in un mantello scuro» andava a trovare la mamma, «donna Luisa», nella sua casa natale in via delle Caserme, dopo essere arrivato planando sull’«Adriatico selvaggio» a bordo di un avveniristico idrovolante. Quello del Vate è il primo folgorante ricordo di Mario Miscia, «indelebile» e coltivato poi in anni di studi e passione autentica per la poesia. Ma la sua memoria lo fa testimone lucido di tanto “secolo breve” e di questo primo scorcio di terzo millennio, tra scoperta della pennicillina e guerra al fronte e in campo di prigionia, ricostruzione dell’Italia e fine della prima Repubblica, minigonne e battaglia per il divorzio, ammaraggio dell’uomo sulla luna e rivoluzione di internet. Cento anni densi di avvenimenti vissuti pienamente: il maestro e poeta Miscia li ricorda tutti, così come ricorda le centinaia di piccoli alunni pescaresi ai quali ha insegnato ad amare il sapere in oltre 40 anni nella scuola.

Nato il 17 marzo del 1917 a Pescara, oggi dunque festeggia l’importante traguardo che lo trova «consapevole e sereno», «sorridente come sempre», assicura chi lo conosce, nella sua casa in corso Vittorio Emanuele dove vive in completa autonomia con la moglie Laura, gentile signora di 93 anni, pensionata delle Poste (dopo 47 anni di servizio). Con loro a spegnere le cento candeline (pare che la sorpresa sia un pranzo nel roof garden con vista sul mare dell’hotel Esplanade) ci saranno il sindaco Marco Alessandrini, a portare l’omaggio della città, le figlie Roberta, insegnate di inglese al liceo Galilei, Patrizia, che invece insegna latino e greco al classico di Ostia, i generi che lo adorano, Aquilino e Lucio, i nipoti Niccolò, Michele e Lorenza.

Maestro Miscia in quale quartiere è nato e come era la sua famiglia di origine?

Abitavo in via dei Bastioni con i miei fratelli, mia madre Imelde e mio padre Luigi, uomo grande e generoso di una famiglia originaria di Chieti, che dopo essersi innamorato di mia madre partì per gli Stati Uniti, dove lavorò per 3 o 4 anni come magazziniere durante “i ruggenti anni ’20” e dopo essere tornato, con i soldi guadagnati aprì un alimentari in corso Manthonè e sposò mia madre. Dall’America aveva riportato un grammofono a tromba con un disco che suonava: Fumando la pipa, il fumo agli occhi ti va e ti fa lacrimar, fumando la pi… fumando la pa…. Il fumo agli occhi ti va… Aveva imparato un inglese maccheronico e ricordo che era solito ripetere: “uane miniut, uane miniut” ai clienti che si affollavano in negozio. Poi si ammalò e, lasciato il suo negozio, cominciò a lavorare in un generi alimentari in piazza Unione come commesso. Noi nel frattempo eravamo andati ad abitare nel grande palazzo dietro a piazza Unione, al 1° piano.

Insomma una infanzia nel nucleo originario di Pescara.

Quando ero piccolo, ero il terzo di sei fratelli, ricordo molto bene quando il nostro grande poeta vate Gabriele arrivava a Pescara e ammarava con il suo idrovolante lungo il porto canale e giunto in prossimità del ponte della ferrovia, saliva da Porta Sale e andava a trovare la madre nella sua casa natale, avvolto da un grande mantello nero, sempre di corsa, a grandi falcate, o anche quando veniva a trovare un amico al 2° piano del mio palazzo e a me e ai miei coetanei appariva come un eroe misterioso, incuteva timore, ma anche affascinava con il suo fare tenebroso.

Dove ha studiato?

Sostenni l’esame di terza media a Città Sant’angelo e frequentai l’istituto magistrale a Porta Nuova.

Durante il fascismo era adolescente, come se la cavò?

Del ventennio ricordo i famosi “sabati fascisti” quando non si andava a scuola e ci tenevano impegnati tutti per esercitazioni ginniche e per l’inquadramento nel regime, così quando marinavamo queste adunate arrivavano puntualmente i carabinieri e ci portavano in carcere per una notte, a meditare sul “terribile affronto” perpetrato nei confronti di quel “dux” e “lux” che ci condusse nel buio profondo della guerra.

Che lei ha combattuto.

Partii come soldato semplice per Trieste, pochi mesi dopo fui trasferito a Bologna nell’8ª armata e il comandante mi mise a disposizione una stanza personale dove studiare e prepararmi per l’esame di diploma, in modo da poter frequentare il corso da sottufficiale. Fui inviato al confine con la Francia, a Santalmazzo e da lì in Mar Egeo, sull’isola di Lero. E da qui fui deportato dai tedeschi in un campo di concentramento in Polonia e in seguito di Wietzendor, in Germania, dove ho condiviso la prigionia con lo scrittore Giovannino Guareschi, l’attore Gianrico Tedeschi. In guerra la paga era di 1000 lire al mese che spedivo a casa Al ritorno dalla guerra in una festa da ballo per il battesimo di mia nipote incontrai Laura, l’amore della mia vita, che divenne mia moglie dopo 5 anni di fidanzamento, precisamente l’8 ottobre 1950.

Come fece colpo su di lei?

Fu colpita dal mio atteggiamento mesto e sommesso, silenzioso, ancora scioccato dagli orrori della guerra e della prigionia, e dalla mia camicia bianca di seta pura. Così quella sera, ballando, i nostri cuori cominciarono a battere all’unisono. Andai a trovarla all’ufficio dove lavorava già il giorno dopo e da allora non ci siamo mai più lasciati, con la gioiosa presenza, dopo il matrimonio, di due splendide figlie, insegnanti alle superiori, come me che sono stato maestro all’elementari.

Le piaceva la scuola? Dove ha insegnato?

Prima a Corvara come supplente, poi per pochi mesi ho lavorato al Genio civile e dopo aver superato il concorso magistrale entrai di ruolo alle elementari di Villa Badessa e in seguito a Villa Fabio, vicino all’ospedale civile, dove, dopo aver “allevato tanti pulcini” e aver avuto tante soddisfazioni, sono andato in pensione nel 1976.

Cosa le piace della vita?

Io ringrazio il Signore per la splendida vita che mi ha concesso e di poter continuare a scrivere, mia grande passione, umili pensieri, impressioni e poesie, perché rimango ancora incantato da tutto ciò che mi circonda e come un bambino mi meraviglio sempre del mondo.


Lungro, il paese del sale

Lungro, tra il Pollino e la piana di Sibari, in Calabria, è ancora oggi ricordato come il paese del sale per le sue miniere di salgemma conosciute sin dall’antichità. La seconda miniera più grande d’Europa con un’attività estrattiva millenaria durata fino al 1976. Oggi rimane un sito di archeologia industriale che sì è saputo recuperare, ricostruendo quella che è stata la storia economico-sociale del paese.La cultura arbereshe e la presenza della miniera di salgemma hanno determinato l’identità di un popolo che ancora oggi mantiene usi e piatti culinari unici. Una comunità orgogliosa dei prodotti della loro terra come gli ortaggi, l’olio, il miele, un particolare pane bianco intrecciato e diversi tipi di pasta fatta in casa: la dromesat, una ricetta del 1400 e la Shtridhelat che per lavorarla richiede abilità ed esperienza. Qui di seguito il video di Geo & Geo (2019).

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